Triptizol: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Triptizol (Amitriptilina Cloridrato): sicurezza e modo d’azione

Triptizol (Amitriptilina Cloridrato) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Triptizol è indicato per:

il trattamento del disturbo depressivo maggiore negli adulti;

il trattamento del dolore neuropatico negli adulti;

la profilassi della cefalea tensiva cronica negli adulti (CTTH);

la profilassi dell’emicrania negli adulti;

il trattamento dell’enuresi notturna nei bambini di età pari o superiore a 6 anni quando una patologia organica, inclusa la spina bifida e i disturbi correlati, sono state escluse e non si è ottenuta risposta a tutti gli altri trattamenti non farmacologici e farmacologici, inclusi antispastici e prodotti correlati con la vasopressina. Questo medicinale deve essere prescritto esclusivamente da un professionista sanitario esperto nel trattamento dell’enuresi persistente.

Triptizol: come funziona?

Ma come funziona Triptizol? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Triptizol

Categoria farmacoterapeutica: Antidepressivi – inibitori non selettivi della ricaptazione delle monoamine (antidepressivi triciclici).

Codice ATC: N06AA09

Meccanismo d’azione

Amitriptilina è un antidepressivo triciclico e un analgesico, e possiede marcate proprietà anticolinergiche e sedative. Previene la ricaptazione e quindi l’inattivazione di noradrenalina e serotonina a livello delle terminazioni nervose. L’inibizione della ricaptazione di questi neurotrasmettitori monoaminici ne potenzia l’azione a livello cerebrale. Questo effetto appare associato all’attività antidepressiva.

Il meccanismo d’azione comprende anche il blocco dei canali ionici del sodio, del potassio e dei canali NMDA a livello sia centrale che spinale. È noto che gli effetti su noradrenalina, sodio e NMDA sono meccanismi coinvolti nel mantenimento del dolore neuropatico, nella profilassi della cefalea tensiva cronica e nella profilassi dell’emicrania. L’effetto analgesico di amitriptilina non è correlato alle sue proprietà antidepressive.

Gli antidepressivi triciclici possiedono affinità di vario grado per i recettori muscarinici e istaminici H1.

Efficacia e sicurezza clinica

L’efficacia e la sicurezza di amitriptilina sono state dimostrate nel trattamento delle seguenti indicazioni negli adulti:

Disturbo depressivo maggiore

Dolore neuropatico

Profilassi della cefalea tensiva cronica

Profilassi dell’emicrania

L’efficacia e la sicurezza di amitriptilina sono state dimostrate nel trattamento dell’enuresi notturna nei bambini di età pari o superiore a 6 anni (vedere paragrafo 4.1).

Le dosi raccomandate sono riportate nel paragrafo 4.2. Per il trattamento della depressione sono state utilizzate dosi massime giornaliere di 200 mg e, occasionalmente, di 300 mg, in pazienti ospedalieri con depressione severa.

L’effetto antidepressivo e analgesico si instaura in genere dopo 2 – 4 settimane; l’azione sedativa non è ritardata.


Triptizol: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Triptizol, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Triptizol

Assorbimento

Compresse rivestite

Triptizol 10 mg compresse rivestite, Triptizol 25 mg compresse rivestite.

Con la somministrazione orale delle compresse si raggiungono i livelli sierici massimi in circa 4 ore. (tmax = 3,89 ± 1,87 ore; intervallo 1,93 – 7,98 ore). Dopo

somministrazione perorale di 50 mg, Cmax media =30,95 ± 9,61 ng/ml; intervallo 10,85

– 45,70 ng/ml (111,57 ± 34,64 nmol/l; intervallo 39,06 – 164,52 nmol/l). La biodisponibilità orale media assoluta è del 53% (Fabs = 0,527 ± 0,123; intervallo 0,219

– 0,756).

Distribuzione

Il volume di distribuzione apparente (Vd)? stimato dopo somministrazione endovenosa è di 1,221 L ± 280 L; intervallo 769 – 1,702 L (16 ± 3 L/kg).

Il legame con le proteine plasmatiche è del 95% circa.

Amitriptilina e il metabolita principale nortriptilina attraversano la barriera placentare.

Nelle donne che allattano, amitriptilina e nortriptilina sono escrete in piccola quantità nel latte materno. Il rapporto concentrazione nel latte/concentrazione plasmatica nelle donne è di circa 1:1. L’esposizione giornaliera stimata del lattante (amitriptilina + nortriptilina) è pari in media al 2% della corrispondente dose materna di amitriptilina (in mg/kg) in rapporto al peso (vedere paragrafo 4.6).

Biotrasformazione

Nortriptilina è un inibitore più potente della ricaptazione della noradrenalina che della ricaptazione della serotonina, mentre amitriptilina inibisce in uguale misura la ricaptazione di noradrenalina e serotonina. Altri metaboliti, come cis- e trans-10- idrossiamitriptilina e cis- e trans-10-idrossinortriptilina hanno lo stesso profilo di nortriptilina, ma sono notevolmente più deboli. Demetilnortriptilina e amitriptilina N ossido sono presenti nel sangue solo in minima quantità, e il secondo metabolita è pressoché inattivo. Tutti i metaboliti hanno un’azione anticolinergica minore rispetto ad amitriptilina e nortriptilina. Nel plasma, la quantità di 10-idrossinortriptilina totale è dominante, ma la maggior parte dei metaboliti è presente in forma coniugata.

Eliminazione

L’emivita di eliminazione (t½ ?) di amitriptilina dopo somministrazione perorale è di circa 25 ore (24,65 ± 6,31 ore; intervallo 16,49 – 40,36 ore). La clearance sistemica

media (Cls) è di 39,24 ± 10,18 L/h, intervallo 24,53 – 53,73 L/h.

L’escrezione avviene prevalentemente con le urine. L’eliminazione renale di amitriptilina in forma immodificata è trascurabile (circa 2%).

I livelli plasmatici allo stato stazionario di amitriptilina + nortriptilina vengono raggiunti entro una settimana nella maggior parte dei pazienti, e i livelli plasmatici allo stato stazionario comprendono parti approssimativamente uguali di amitriptilina e nortriptilina nelle 24 ore dopo trattamento con compresse convenzionali 3 volte al giorno.

Pazienti anziani

Nei pazienti anziani sono state riscontrate emivite prolungate e valori di clearance orale (Clo) ridotti a causa del metabolismo ridotto.

Ridotta funzione epatica

La compromissione epatica può ridurre l’estrazione epatica, con conseguente aumento dei livelli plasmatici; in questi pazienti, il medicinale deve essere somministrato con cautela (vedere paragrafo 4.2).

Ridotta funzione renale

L’insufficienza renale non ha alcun effetto sulla cinetica. Polimorfismo

Relazione farmacocinetica/farmacodinamica

Le concentrazioni plasmatiche di amitriptilina e nortriptilina variano notevolmente da un individuo all’altro e una semplice correlazione con la risposta terapeutica non è stata stabilita.

La concentrazione plasmatica terapeutica nella depressione maggiore è di circa 80 – 200 ng/ml (? 280 – 700 nmol/l) (per amitriptilina + nortriptilina). Livelli superiori a 300

– 400 ng/ml sono associati a un aumento del rischio di disturbi della conduzione cardiaca in termini di prolungamento del complesso QRS o blocco AV.


Triptizol: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Triptizol agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Triptizol è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Triptizol: dati sulla sicurezza

Amitriptilina ha inibito i canali ionici responsabili della ripolarizzazione cardiaca (canali hERG) nell’intervallo micromolare superiore delle concentrazioni plasmatiche terapeutiche. Pertanto, amitriptilina può aumentare il rischio di aritmia cardiaca (vedere paragrafo 4.4).

Il potenziale genotossico di amitriptilina è stato analizzato in vari studi in vitro e in vivo. Benché i risultati di questi studi siano in parte contraddittori, non può essere escluso in particolare il rischio d’induzione di aberrazioni cromosomiche. Non sono stati condotti studi di cancerogenesi a lungo termine.

Negli studi sulla riproduzione non sono stati osservati effetti teratogeni nel topo, nel ratto o nel coniglio quando amitriptilina è stata somministrata per via orale a dosi di 2

– 40 mg/kg/die (fino a 13 volte la dose massima raccomandata di amitriptilina

nell’uomo, pari a 150 mg/die o 3 mg/kg/die per un paziente di 50 kg). Tuttavia, i dati della letteratura suggeriscono un rischio di malformazioni e ritardo dell’ossificazione in topi, criceti, ratti e conigli a dosi 9-33 volte superiori rispetto alla dose massima raccomandata. È stata osservata una possibile associazione con un effetto sulla fertilità nel ratto, cioè una ridotta percentuale di gravidanze. La ragione di questo effetto sulla fertilità non è nota.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Triptizol: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Triptizol

Triptizol: interazioni

Potenziali effetti di amitriptilina su altri medicinali

Combinazioni controindicate

I-MAO (non selettivi e selettivi A (moclobemide) e B (selegilina)) – rischio di “sindrome serotoninergica” (vedere paragrafo 4.3).

Combinazioni non raccomandate

Simpaticomimetici: amitriptilina può potenziare gli effetti cardiovascolari di adrenalina, efedrina, isoprenalina, noradrenalina, fenilefrina e fenilpropanolamina (contenute, ad es. negli anestetici locali e generali e nei decongestionanti nasali).

Bloccanti dei neuroni adrenergici: gli antidepressivi triciclici possono contrastare l’effetto antipertensivo degli antipertensivi ad azione centrale come guanetidina, betanidina, reserpina, clonidina e metildopa. Durante il trattamento con antidepressivi triciclici è opportuno rivalutare la terapia antipertensiva.

Anticolinergici: gli antidepressivi triciclici possono potenziare gli effetti di questi medicinali sull’occhio, sul sistema nervoso centrale, sull’intestino e sulla vescica; l’uso concomitante deve essere evitato a causa del rischio aumentato di ileo paralitico, iperpiressia ecc.

I medicinali che prolungano l’intervallo QT, tra cui gli antiaritmici come la chinidina, gli antistaminici astemizolo e terfenadina, alcuni antipsicotici (in particolare pimozide e

sertindolo), cisapride, alofantrina e sotalolo possono aumentare la probabilità di aritmie ventricolari quando assunti insieme agli antidepressivi triciclici.

Usare cautela in caso di uso concomitante di amitriptilina e metadone a causa dei potenziali effetti additivi sull’intervallo QT e del rischio aumentato di effetti cardiovascolari gravi.

Si raccomanda cautela anche in caso di co-somministrazione di amitriptilina e diuretici che inducono ipokaliemia (ad es. furosemide).

Gli antimicotici come fluconazolo e terbinafina aumentano le concentrazioni sieriche dei triciclici e la relativa tossicità. Sono state osservate sincope e torsione di punta.

Combinazioni che richiedono precauzioni

Depressori del SNC: amitriptilina può potenziare l’effetto sedativo dell’alcol, dei barbiturici e di altri depressori del SNC.

Potenziali effetti di altri medicinali su amitriptilina

Poiché sodio valproato e valpromide possono aumentare le concentrazioni plasmatiche di

amitriptilina, si raccomanda un monitoraggio clinico.

Gli antidepressivi triciclici e i neurolettici inibiscono reciprocamente il loro metabolismo; ciò può ridurre la soglia convulsiva e indurre crisi convulsive. Può essere necessario modificare la dose di questi medicinali.

In presenza di etanolo, le concentrazioni plasmatiche di amitriptilina libera e le concentrazioni di nortriptilina erano aumentate.


Triptizol: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Triptizol: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Amitriptilina è un medicinale sedativo.

I pazienti ai quali vengono prescritti medicinali psicotropi possono presentare disturbi dell’attenzione e della concentrazione in generale e devono essere messi in guardia dagli effetti sulla capacità di guidare veicoli e di usare macchinari. Questi effetti avversi possono essere potenziati dall’assunzione concomitante di alcol.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco